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IL MIO SPAZIO
Lo spazio è un argomento tra i più vasti che esistano e talmente affascinante che , ancora oggi, ne dibattono fisici, matematici, filosofi e architetti.
“Come tutte le arti, l’Architettura è scritta. Il pentagramma, il vocabolario, il colore, hanno l’infinita possibilità di essere Musica, Poesia, Pittura, ma in sé non sono nulla: hanno bisogno di sintassi, di composizione, di ordine, cioè di confini. Così lo spazio: uno spazio senza misura è plasticamente nullo. Il punto, la linea, il quadrato, il rettangolo iniziano un rapporto tra finito e infinito, tra il bianco e il nero, tra il vuoto e il pieno…”
E’ l’attenta ricerca di questo difficile equilibrio che caratterizza il lavoro di Stefano Turi , architetto barese laureatosi al Politecnico di Milano e qui formatosi professionalmente, da molti anni attivo soprattutto nel campo dell’architettura d’interni e dell’industrial design.
Le sue realizzazioni individuano un codice espressivo in grado di declinare in modo del tutto personale un’idea di “contemporaneità”, che rifugga dagli schemi, dagli stili e dalle mode per reinterpretare invece la complessità iconica dei nostri tempi. Atto imprescindibile dei suoi progetti è l’individuazione di un ordine compositivo nella configurazione degli spazi, attentamente disegnati nelle loro singole componenti con maniacale cura per il dettaglio, per mezzo di un linguaggio disinvolto fatto di citazioni, tecniche, materiali e finiture recuperati dalla tradizione o fortemente innovativi, sempre alla ricerca di un equilibrio complesso.
Lo spazio è un argomento tra i più vasti che esistano e talmente affascinante che , ancora oggi, ne dibattono fisici, matematici, filosofi e architetti.
“Come tutte le arti, l’Architettura è scritta. Il pentagramma, il vocabolario, il colore, hanno l’infinita possibilità di essere Musica, Poesia, Pittura, ma in sé non sono nulla: hanno bisogno di sintassi, di composizione, di ordine, cioè di confini. Così lo spazio: uno spazio senza misura è plasticamente nullo. Il punto, la linea, il quadrato, il rettangolo iniziano un rapporto tra finito e infinito, tra il bianco e il nero, tra il vuoto e il pieno…”
E’ l’attenta ricerca di questo difficile equilibrio che caratterizza il lavoro di Stefano Turi , architetto barese laureatosi al Politecnico di Milano e qui formatosi professionalmente, da molti anni attivo soprattutto nel campo dell’architettura d’interni e dell’industrial design.
Le sue realizzazioni individuano un codice espressivo in grado di declinare in modo del tutto personale un’idea di “contemporaneità”, che rifugga dagli schemi, dagli stili e dalle mode per reinterpretare invece la complessità iconica dei nostri tempi. Atto imprescindibile dei suoi progetti è l’individuazione di un ordine compositivo nella configurazione degli spazi, attentamente disegnati nelle loro singole componenti con maniacale cura per il dettaglio, per mezzo di un linguaggio disinvolto fatto di citazioni, tecniche, materiali e finiture recuperati dalla tradizione o fortemente innovativi, sempre alla ricerca di un equilibrio complesso.